venerdì 2 marzo 2007

Camper


Ieri mi sono trovata a pranzare in auto. Un po' triste lo so, ma queste cose capitano anche alle fanciulle dal nome eccitante che profuma di autunno e vento dell'ovest.
Mentre sbeccotto un cracker nella mia macchina parcheggiata, con il sole dell'una dritto nelle palle degli occhi, osservo un signore seduto al posto di guida del suo camper. Apre un quotidiano e inizia a leggere con il riflesso del sole dell'una dritto nelle palle degli occhi. Eh! Lo capisco ... Vita on the road.
Qui comincerà un breve studio antropologico sul camperista, uno studio accurato che nasce dalla frequentazione assidua dell'unico parcheggio gratuito della mia città.

Il camperista si muove in gruppo e comincia la migrazione il giovedì.
In autunno e in primavera si sente irresistibilmente attratto dai parcheggi delle città d'arte. La stagione è alle porte e i catafalchi a motore spuntano come funghi stanziandosi nell'unico parcheggio non ancora a pagamento della città.
È plausibile ipotizzare che il camperista prediliga spostarsi con il favore della notte, entrare silenzioso in città e cercare indisturbato il parcheggio più adatto.
Infatti, alle otto e trenta del giovedì mattina, ha già occupato la sua postazione nello spazio di due posti auto. Con molta probabilità ripartirà il lunedì dopo pranzo, con molta fortuna la domenica sera.

Abitudini del camperista.

Illustrerò qualche abitudine comune dell'amante del camper.
Parte solitamente con almeno un altro compagno (i mezzi che si muovono sono quindi due o più). Possono essere coppie in pensione (la terza età attiva) oppure famiglie con prole.
In questo secondo caso il camper ospita, oltre alla famiglia di 4 (a volte 5) individui, altrettante biciclette, con le quali possiamo immaginare che i componenti del nucleo famigliare esplorino il territorio circostante.
Alle ore dei pasti il gruppo si ritrova per cucinare e consumare il pranzo o la cena. Preferiscono stare tutti sullo stesso mezzo per condividere il momento conviviale e scambiarsi le cortesie sociali richieste dall'occasione.
Mangiano piuttosto presto se si considerano gli orari del turista tipo che, solitamente, macina chilometri a piedi per visitare le bellezze del luogo che lo ospita. Gli orari dei pasti del camperista sono infatti le 12 per il pranzo e le 18 per la cena.
Come già osservato, dopo pranzo il camperista maschio si riserva un po' di tempo per tenersi informato seduto al posto di guida del suo mezzo. Resta da appurare se, dopo la lettura del quotidiano, il camperista si corichi per fare la meritata pennica.

Ci sembra interessante evidenziare un'altra abitudine che gratifica assai il camperista in viaggio: la manutenzione e la pulizia del suo mezzo di trasporto nelle aree attrezzate alla bisogna.
Insomma, l'autosufficienza contraddistingue la vita del camperista. La maggior parte delle abitudini di casa viene così conservata, con l'urgenza e l'organizzazione più serrata richiesta dagli stretti spazi del mezzo.

Resta ancora da spiegare se, considerato il tempo minimo necessario per la manutenzione e la pulizia del mezzo, la preparazione e il consumo dei pasti, il rassetto dopo i pasti, la lettura del quotidiano, la preparazione della prole, la rimozione delle biciclette dal mezzo e la trattativa all'interno del gruppo sul da farsi, il camperista visiterà mai la città.

Insomma, si schioderà mai dall'ameno parcheggio nel quale si è fermato occupando due posti auto?!
Sì, di sicuro lunedì.
Vita on the road.

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