Quando vedo il mio capo seduto davanti al computer mentre tenta di usare quella macchina così misteriosa mi vengono i sudori freddi.
Intendiamoci, è una persona straordinaria nel suo lavoro: esuberante, creativa, originale. Ha la capacità di ricavare degli oggetti meravigliosi da cose insignificanti e di sconvolgere le prospettive con soluzioni impensate. Un vulcano.
Tanta è la perizia nell’atto creativo quanto il candore davanti a un pc.
Ieri.
Lo trovo in ufficio seduto alla scrivania che solitamente occupo io.
“Un attimo”, mi dice, “finisco di nominare queste foto che ho appena scaricato e poi ti cedo il posto”. “Ok, fai pure”, gli faccio, avvicinandomi alla sua postazione facendo la vaga.
Osservo il puntatore del mouse che disegna strane e inconsapevoli volute sul monitor, sento il rumore di click a vuoto su pulsanti non attivi e noto con curiosità apostrofi nei nomi dei file.
Apostrofi
L’apostrofo è un carattere accettato nella nominazione dei file ma quanti utenti consapevoli lo userebbero se dovessero dare al proprio documento il nome, cito, “30 gennaio 2007 l’oggetto”? Non è una perdita di tempo inserire quel carattere nel nome di un file?
Poche ore dopo mi capita di leggere una mail che ha scritto: nessuna traccia di apostrofi dopo gli articoli indeterminativi seguiti da nomi femminili...
Sarà una questione di contesto o degli imperscrutabili misteri della grammatica italiana?
mercoledì 31 gennaio 2007
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