mercoledì 31 gennaio 2007

UnaQuestioneDiCarattere

Quando vedo il mio capo seduto davanti al computer mentre tenta di usare quella macchina così misteriosa mi vengono i sudori freddi.

Intendiamoci, è una persona straordinaria nel suo lavoro: esuberante, creativa, originale. Ha la capacità di ricavare degli oggetti meravigliosi da cose insignificanti e di sconvolgere le prospettive con soluzioni impensate. Un vulcano.

Tanta è la perizia nell’atto creativo quanto il candore davanti a un pc.

Ieri.
Lo trovo in ufficio seduto alla scrivania che solitamente occupo io.
“Un attimo”, mi dice, “finisco di nominare queste foto che ho appena scaricato e poi ti cedo il posto”. “Ok, fai pure”, gli faccio, avvicinandomi alla sua postazione facendo la vaga.
Osservo il puntatore del mouse che disegna strane e inconsapevoli volute sul monitor, sento il rumore di click a vuoto su pulsanti non attivi e noto con curiosità apostrofi nei nomi dei file.

Apostrofi
L’apostrofo è un carattere accettato nella nominazione dei file ma quanti utenti consapevoli lo userebbero se dovessero dare al proprio documento il nome, cito, “30 gennaio 2007 l’oggetto”? Non è una perdita di tempo inserire quel carattere nel nome di un file?
Poche ore dopo mi capita di leggere una mail che ha scritto: nessuna traccia di apostrofi dopo gli articoli indeterminativi seguiti da nomi femminili...
Sarà una questione di contesto o degli imperscrutabili misteri della grammatica italiana?

domenica 21 gennaio 2007

My favourite things

Raindrops on roses and whiskers on kittens
Bright copper kettles and warm woollen mittens
Brown paper packages tied up with strings
These are a few of my favourite things

(My favourite things From: The sound of music. Music: Richard Rodgers, Lyric: Oscar Hammerstein II

queste righe mi ricordano tre cose:
1 la voce di Julie Andrews
2 un programma radiofonico di Radio 3
3 Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy

quattro cose...

4 le mie cose preferite.

My favorite things è una canzone del musical The sound of music (Tutti insieme appassionatamente).
Quando Julie “Maria” Andrews cantava questa deliziosa filastrocca, l'elenco delle cose preferite funzionava splendidamente: un mantra con benefici effetti sull'animo provato dalle difficoltà della vita. L'elenco delle favorite things scacciava la tristezza e aiutava a affrontare i periodi meno felici. In un certo senso l'applicazione pratica del detto “canta che ti passa”. "Fantastico!" ho pensato.

Così ho provato anch'io a fare una lista delle mie cose preferite sperando di ricevere nei momenti neri lo stesso conforto che ne traeva la brava Julie Andrews.

In realtà, se alla fine della giornata mi trovo le ossa inzuppate dalla nebbia gelida della mia città e penso al mare e alla calda estate croata, per esempio, per contrasto purtroppo non mi ritrovo particolarmente confortata. Allo stesso modo, quando in ufficio sono costretta a ascoltare fiumi di parole inutili e penso invece alle piacevolissime chiacchierate che potrei fare con gli amici più simpatici... beh ecco, continuo ad avere qualche dubbio sulle qualità terapeutiche della lista delle favourite things.

Tuttavia è bello avere delle cose preferite e questa è la mia lista in ordine rigorosamente sparso:

leggere davanti al camino acceso, cantare in auto, cucinare il pollo, le cene fra amici, i fari sulle scogliere selvagge, i gatti, la neve, i temporali, parlare con i bambini, il profumo del narghilè acceso, la Scozia, i Bollywood movies, le lingue del mondo, le carte geografiche, il caffè, danzare, la fotografia, l'odore della carta, la pasta con le zucchine, mangiare, passeggiare, la Cornovaglia, il mare, nuotare, il mio iPod, dormire, viaggiare in treno, il volo dei corvi, i tramonti, camminare sulla sabbia, il mio iBook, il cinema, le biblioteche, la copertina da serata in poltrona, le librerie, gli aeroporti, Godot e Bloomsbury.

... in effetti, adesso che ci penso mi sento molto meglio!